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Libertà e schiavitù

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Messaggio  Sebastiano Gio Feb 19, 2009 1:20 pm

Vorrei inaugurare questo topic dedicato agli aspetti filosofici della libertà e della schiavitù riportando il mio ultimo articolo, apparso su riflessioni.it, intitolato "Schiavi dei simboli - il Carnevale e la domanda: siamo veramente liberi?":

Immaginate un Rabbino che, passeggiando in un mercatino nel periodo natalizio, decidesse di acquistare un presepe e di portarselo a casa. Immaginate un tifoso del Milan, che decidesse di andare allo stadio vestito con i colori dell’Inter. Immaginate un uomo, eterosessuale, che decidesse di uscire di casa truccato con rimmel e rossetto e vestito con abiti femminili. Immaginate il presidente degli Stati Uniti, che decidesse di issare alla Casa Bianca bandiere russe. Immaginate un’icona in cui la Madonna venisse raffigurata nell’atto (peraltro naturalissimo) di utilizzare un vespasiano. Immaginate un corteo comunista con croci uncinate sui ciondoli e sugli striscioni. Immaginate un emiro arabo spostarsi fra le strade di Dubai guidando una piccola utilitaria da 6.000 euro. Immaginate un intellettuale accademico vestito da rapper; il Papa partecipare al Grande Fratello; o il Dalai Lama giocare con le carte dei Pokemon.
Gli scenari che vi ho invitati ad immaginare, avranno suscitato in voi diverse reazioni, che vanno dalla semplice risata o meraviglia, fino allo sdegno e alla disapprovazione. Notate tuttavia che le vostre reazioni psicologiche sarebbero perlomeno attenuate dalla consapevolezza che si tratta di scenari “assurdi”, che appunto vi ho chiesto soltanto di immaginare… se gli stessi scenari si riproponessero nel mondo reale, nella vita di tutti i giorni, le reazioni da essi suscitati sarebbero sicuramente più violente ed esasperate, in certi casi più che in altri. Mentre alcuni di questi fatti farebbero venir da ridere e magari si limiterebbero a figurare sulle pagine di cronaca di qualche giornale; per altri si parlerebbe di scandalo, di fatto deplorevole, osceno; e in molti degli scenari sopraelencati verrebbero messe in atto il prima possibile severe misure censorie.
Tutto questo, credo, dovrebbe farci riflettere. E farci chiedere se i simboli (religiosi, politici, etnici, economici, sportivi, sociali… poco importa) siano dei nostri strumenti, o al contrario qualcosa che ci governa senza che ce ne rendiamo nemmeno conto. Insomma, chiederci se siamo padroni o schiavi dei simboli...
(leggi il resto dell'articolo Arrow Arrow Arrow http://riflessioni.it/simbologia/schiavi-dei-simboli.htm study )


Wink
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Messaggio  orchidea Gio Feb 19, 2009 8:46 pm

quanto fa (o dovrebbe far) riflettere questo articolo! Rolling Eyes Rolling Eyes Rolling Eyes sinceramente non avevo mai pensato al carnevale da questo punto di vista. Ed ora mi sembra di capire meglio questa tradizione antichissima Idea quindi grazie seba
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Messaggio  Sebastiano Sab Feb 21, 2009 8:33 pm

Grazie cara Orchidea Very Happy
Oggi ho ricevuto anche, da una gentile e affezionata lettrice, questa bella mail, che vorrei condividere con voi del Parnaso:

Ho letto il tuo nuovo articolo e sono daccordo con te sul fatto che in realtà non usiamo i simboli ma ne siamo schiavi. Tu hai il dono di vedere i simboli nella loro interezza (non lo so se si dice questa parola in italiano), non a tutti è dato di vedere come vedi tu purtroppo. Ti faccio un esempio un fiore rosso viene visto rosso perché quel particolare fiore assorbe tutti i colori tranne il rosso, quindi stiamo vedendo l'unico colore che non è presente e non vediamo tutti gli altri in realtà assorbiti dal fiore quindi presenti. Credo che con i simboli sia lo stesso ognuno di noi vede nei simboli quello che in realtà non c'è (o quello che ci è stato detto di vedere), mentre tu non solo vedi quello che c'è oltre, ma riesci a vederne l'interezza. Riflettendo sui colori sono giunta ad una conclusione. La luce colpisce oggetti e le persone riflettendo quello che in realtà non sono. La stessa cosa avviene con i simboli , vediamo solo quello che in realtà essi non sono, non riuscendo a coglierne l'interezza. Dopo queste considerazioni vorrei chiederti una cosa: "Come possiamo pretendere di vederci per quello che siamo, se anche l'immagine che riflettiamo allo specchio, non è in realtà quello che siamo, ma quello che crediamo di essere, con tutti i simboli e i legami di appartenenza che ci siamo costruiti nel tempo ? " Vorrei farti notare una cosa sul fatto di tornare ad essere bambino. Il bambino non sa di essere un essere umano, non sa cosa sia un essere umano, finché non viene "addestrato". Forse dietro al tuo invito a tornare bambino almeno in coscienza, potrebbe esserci l'invito a smettere di identificarsi in un corpo in carne ed ossa e in tutte le cose e i simboli che servono a questo corpo per appartenere a qualcosa.
Sarebbe bello poter dire semplicemente "Io sono" perché secondo me anche dire " Io sono un Uomo nato in Svizzera", è limitante per un anima come la tua, come sarebbe limitante per me dire " Sono una donna nata in Italia", preferirei essere vista come matta, in fondo come mi hai fatto notare il matto dei tarocchi non è una brutta carta è solo imprevedibile, ma cosa c'è di prevedibile al mondo se non la necessità dell'essere umano di crearsi a tutti i costi delle certezze? Ho notato che riesci a scorgere nel carnevale una brezza di uguaglianza e armonia, io vedo maschere che si nascondono dietro altre maschere.

Dopo tutto questo discorso che a tratti potrebbe sembrare delirante, ma lo è meno di quanto sembra, e che ho fatto a te perché il tuo articolo mi ha dato lo spunto, e sinceramente i miei amici non capirebbero neanche tra un milione di anni, ammesso e non concesso che il tempo esista davvero. Vorrei dirti che neanche a carnevale qualcuno potrebbe convincermi ad andare allo stadio vestita di rosso e nero.

Mi hai di nuovo aiutato volevo ridere sul fatto di essere rigorosamente Juventina , la Juve ha molte maglie, ma se uno dice Juve dice Bianco e Nero. Ora mi chiedo perché sono così importanti per me il bianco e il nero: "Sono gli unici colori che esistono il bianco la somma di tutti i colori il nero l'assenza di colore, sono il buio e la luce, il bene e il male, sono tutto quello che costantemente si muove ed interagisce intorno a noi ".

Ciao scusa se in qualche modo ti ho disturbato, e grazie per gli articoli che scrivi e che regalano sempre qualcosa a chi li legge
F.C.
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Messaggio  Sebastiano Sab Feb 21, 2009 8:50 pm

Cara F.C.,
naturalmente ti ringrazio per i complimenti. Vedi, quando scrivi che so leggere nell'interezza dei simboli, non è certo una mia prerogativa esclusiva o una qualche forma di genialità... semplicemente ho "allenato" una facoltà che tutti noi possediamo, e che permetterebbe a tutti di leggere oltre i veli dell'immagine, per vedere anche quei "colori" che l'occhio non coglie... questa facoltà è la riflessione. Quando e se prestiamo alle cose l'attenzione che meritano, queste cominciano a "parlarci", svelandoci il loro cuore nascosto. In fondo cosa significa riflettere? Lasciare che una parte di noi si rispecchi nelle cose, e poi ritorni ai nostri occhi...

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E in fondo questo non è molto diverso, forse, da come è stato "creato" il mondo, da quella Mente che nel suo creato si rispecchia.... (ma questo è un altro discorso).

Hai ragione dicendo che
Sarebbe bello poter dire semplicemente "Io sono" perché secondo me anche dire " Io sono un Uomo nato in Svizzera", è limitante per un anima come la tua
, infatti nell'articolo ho riportato questo esempio del "nato in Svizzera" indicandolo come un primo "passo avanti" rispetto alla concreta identificazione dell'io con la nazionalità, ma è chiaro che il passo successivo o i passi successivi conducono tutti all'esistenza ontologica, "in sè e per sè", l'Io Sono compreso da Mosè nell'episodio del roveto ardente...

Infine, quando dici: [/quote]Ho notato che riesci a scorgere nel carnevale una brezza di uguaglianza e armonia, io vedo maschere che si nascondono dietro altre maschere[quote], è vero, ma infatti ho scritto che la maggior parte dei celebranti del carnevale non colgono quello che sarebbe il significato esoterico di questa festa...
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Messaggio  Fabiana Dom Feb 22, 2009 11:49 pm

In fondo cosa significa riflettere? Lasciare che una parte di noi si rispecchi nelle cose, e poi ritorni ai nostri occhi...
E in fondo questo non è molto diverso, forse, da come è stato "creato" il mondo, da quella Mente che nel suo creato si rispecchia.... (ma questo è un altro discorso).

Come dicevo regali sempre qualcosa a chi legge.
Se la mente si rispecchia nel suo creato, il creato è la mente. Hai risvegliato in me l'idea del sogno. Provo a spiegarmi. Noi siamo un sogno che non sa di essere anche il sognatore. Sono consapevole che se adesso vado a sbattere con l'auto contro un camion, con tutta probabilità non uscirei viva dallo scontro, ma se fossi pienamente cosciente di essere un sogno sarei tutto il sogno, e non solo Fabiana, e il resto del sogno non scompare con Fabiana. E se fossi cosciente di essere la mente che sogna, il sogno sarebbe tutto il creato, quindi dove muore Fabiana ? L'idea che mi frulla in testa è che: " Adamo ha dimenticato di aver sognato Eva, ed Eva è diventata un secondo corpo, che in realtà non è mai esistito, perchè il corpo è Uno, e non parlo del corpo di Adamo, ma di quello della Mente che nel suo creato si rispecchia, ed ecco perchè uno più uno per me fa tre. Se smettessimo di vedere gli altri separati da noi, e ricordassimo, cambierebbero le cose ? Bene e male, luce e buio, giusto e sbagliato, vita e morte sembrerebbero ancora così diversi ? Perchè io credo che non siano diversi, solo che abbiamo imparato a vedere le cose separate tra loro, e ci siamo dimenticati di essere la mente che sogna. Le chiese e le religioni, nel corso dei secoli, hanno contribuito e non poco ad aiutarci a dimenticare, probabilmente, in buona fede Very Happy .

Spero di essere riuscita a spiegarmi, e di riuscire a risponderti finalmente dal forum
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