il Parnaso
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Ma noi che cosa siamo?

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Messaggio  massY Ven Ago 21, 2009 1:40 pm

(questa è una mail che ho inviato a Sebastiano ieri e che apro a tutti voi, nella speranza di giungere alla risposta)

Ciao Sebastiano,

mi permetto di darti del tu, spero che non ti dia fastidio. Ho un po’ abbandonato il “parnaso” per vari motivi, ma spesso torno a leggere.

Ho finito adesso di leggere il tuo articolo su “riflessioni.it”, riguardante le carte da gioco e devo dire che è proprio bello,semplice e profondo.

(ecco il link: http://www.riflessioni.it/simbologia/carte-gioco-1.htm)

Ho deciso di scriverti , dopo aver letto l’articolo, per farti la domanda più complicata che mi “spacca” la mente… Ma allora noi che cosa siamo?

Hai fatto l’esempio del giocatore e delle carte.

Noi siamo il giocatore? Oppure lo è solo Dio?

Noi giochiamo con le carte della nostra vita e lui tramite noi?

Non riesco a intendere se in un certo senso noi abbiamo un’identità oppure se esiste solo Dio dietro a tutti noi… (non ridere se puoi Smile ).

Ho letto tre libri di Salvatore brizzi, non so se lo conosci e lo ascoltato due volte a Milano per la presentazione dei suoi libri. Mi ha colpito molto ciò che ha detto e scritto relativamente all’ “advaita vedanta”.

Mi sembra di aver capito, molto profanamente, che l’esistenza è una sola, solo Dio esiste, ciò che vediamo esternamente a noi sono aspetti che lui ha dentro se stesso.

E’ come se fosse l’attore che si cela dietro ognuno di noi.

Ognuno di noi vede un mondo, fatto di oggetti e persone che sono aspetti del proprio essere….

Forse mi sono spiegato un po’ male… ma tale è la mia confusione…

Che dire… mi puoi aiutare nel capire?

Spero di non averti disturbato troppo. Ok?

Grazie di cuore.

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Messaggio  Fabiana Sab Ago 22, 2009 1:25 am

Ciao sono Fabiana.
Anche io per vari motivi quest' estate ho abbandonato un pò il Parnaso, ma ogni tanto torno a leggere... e il "Fato" vuole, che come te, abbia letto l'ultimo articolo di Sebastiano. Io vedo questo: Se il giocatore rappresenta: la coscienza agente, l'Osservatore... significa che il giocatore é DIO, è preesistente al gioco e continua a esistere dopo, questo mi dice che la vita e la morte sono la stessa cosa. È sempre il giocatore, che ordina, muove, osserva le carte e le comprende, e cosa che ho trovato illuminante, lo scopo del gioco è di liberarsene, non trattenerle il più possibile. In questo vedo il movimento continuo dell'uomo che cerca di trattenere tutto quello che ha, non comprendendo che solo quando non avrà più niente, di quello che per me, é sempre più un'illusione, solo allora avrà tutto.
Sebastino scrive Il giocatore, rappresenta naturalmente la Coscienza agente, l’Osservatore, il Conoscitore (o "Vedagu", nei testi pali). Notiamo che, come tale, esso è necessariamente presente dall’inizio alla fine del gioco, è preesistente al gioco e continua ad esistere dopo che il gioco si è concluso. Prima che il gioco cominci, il giocatore ancora inattivo ci mostra cosa significhi la Mente Cosmica chiamata "Dio" dai più: in essa, esteriormente inattiva, si forma prima la potenzialità del gioco, poi il pensiero del gioco, successivamente la volontà del gioco.
Notiamo anche che all’inizio del gioco, il giocatore riceve le sue carte e con esse viene in qualche modo ad identificarsi: le carte diventano la rappresentazione del giocatore nel gioco. Il giocatore non compare nel gioco, ma lo determina. Il gioco, sono le carte. Ma è il giocatore a muoverle, ad osservarle, a comprenderle, a disporle, ad ordinarle, a scartarle o a giocarle. Il gioco, sono le carte. Ma è il giocatore a giocare, il giocatore a vincere o a perdere la mano. In questo sottile gioco di rapporti fra giocatore e carte, sta tutto il mistero del legame fra Dio e creatura, Creatore e creazione.
Quindi per rispondere alla tua domanda, senza avere la presunzione di aver ragione, secondo me siamo: Dio, il giocatore, il gioco e le carte, ma crediamo di essere solo una delle tante carte del mazzo e di dover in qualche modo competere tra di noi. Crediamo di essere: divisi, diversi e separati, ma si può fare una partita a scala se si separa il mazzo ponendone sul tavolo la metà e lasciando l'altra metà nel cassetto ?
Forse il discorso é farneticante, forse sembro pazza, certe volte anch'io penso di essere matta. Forse lo sono davvero, un po' matta, e mentre scrivo, mi viene spontaneo dire che se proprio devo credere di essere una carta del mazzo, é meglio credere di essere il matto, perchè solo il matto é tutto eppure non é niente.

Sebastino scrive Ad ogni turno, il giocatore deve prendere e lasciare: prendere una carta dal "tallone", e gettarne una nel "pozzo". Il tallone rappresenta il futuro, l’ignoto, le sorprese della vita. Ciò che incontriamo sul nostro cammino. La grande incognita. Al contrario, il pozzo rappresenta il passato, e ciò che dobbiamo lasciarci alle spalle ogni volta che progrediamo nell’esistenza.
Il giocatore "subisce" passivamente il suo destino quando deve prendere una carta dal tallone, mentre è chiamato ad una scelta precisa, attiva, quando si tratta di scartare una delle proprie carte. Così è nella vita: non sappiamo a cosa andiamo incontro; e dobbiamo costantemente scegliere a cosa rinunciare. Questo è ciò che avviene ogni qualvolta ci troviamo di fronte ad un bivio, consapevolmente o meno. Dico "consapevolmente o meno" poiché, anche se inconsapevolmente, ad ogni istante della nostra vita scegliamo la nostra direzione, e in questo modo rinunciamo a tutte le altre direzioni possibili.
Ad ogni turno, il giocatore deve prendere coscienza della sua situazione, osservare con cura le carte che ha in mano, e cercare di ordinarle secondo combinazioni che potremmo definire "armonie". Deve cioè portare Ordine nel Chaos.
Le "armonie" si basano sulla similitudine o la progressione. Basate sulla similitudine sono le combinazioni di numeri o figure uguali ma di semi diversi; ovvero i tris, e i poker costituiti da tre o quattro carte dello stesso valore. Ad esempio un poker di Re: un Re di Quadri, un Re di Fiori, un Re di Picche e un Re di Cuori.
Le combinazioni basate sulla progressione sono invece delle serie di carte dal valore crescente ma appartenenti tutte allo stesso seme. Ad esempio: Asso di Cuori, Due di Cuori e Tre di Cuori.
Simbolicamente, le combinazioni basate sulla similitudine e quelle basate sulla progressione rappresentano la ricerca dell’Equilibrio e della Crescita.
Ogni volta che una combinazione è formata, che un’armonia è stata raggiunta, il giocatore può "scendere", ovvero deporre sul tavolo quella data combinazione di carte. Sub specie interioritatis, questa regola del gioco ci fa comprendere che il nostro scopo è portare a compimento i vari aspetti della nostra individualità, nella prospettiva di abbandonarli una volta equilibrati. Perché come già detto si tratta di mezzi o supporti momentanei. Vince chi si è liberato di tutte le carte.. Colui a cui non è rimasto nulla in mano, nulla cioè che possa limitare la sua coscienza a questo o a quello.
La riuscita, badate bene, non dipende solo dalla fortuna, dalle "belle carte". Anzi. È data in particolare dall’attenzione, dalla concentrazione, che sapremo dedicare alla nostra mano, alla lungimiranza con la quale sapremo unire e scomporre le diverse combinazioni, a come sapremo interagire con il gioco degli altri giocatori. C’è chi inizia il gioco con una mano più che favorevole, ma alla fine perde poiché disattento, frettoloso, incapace di discernimento; e chi al contrario comincia in una situazione di svantaggio e costruisce poco a poco la propria vittoria con prudenza, analisi e perspicacia.

Questa per me è un altra perla . Prendere e lasciare, al fine di comporre unire e scomporre diverse armonie , con discernimento senza giudizio. Grazie a queste parole, adesso, é per me chiaro, che anche il 2 di picche può farti vincere la partita, e che come ben sottolinea Sebastinao nell'articolo
La vera vittoria è con sé stessi e solo per sé stessi.
L'illusione è credere che vi siano scelte giuste e scelte sbagliate .
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Messaggio  aisha Mar Ago 25, 2009 11:02 am

Ciao massy,
anche io con il passaggio dell'estate non ho avuto molte occasioni di scrivere in questo forum, ogni tanto leggevo...ma è anche giusto, così come comprendo che è stato per molti, allontanarsi ogni tanto dai propri pensieri pur rimanendo vigili. A parte questo, Fabiana ti ha già dato una bella e interessante risposta.
Ora provo a dare anche io il mio contributo alla comune riflessione e ti ringrazio per il bello spunto che hai offerto a tutti noi.
Leggendo quanto scrivevi, la prima cosa spontanea che emersa in me, è stata la sensazione che a volte non troviamo risposte alle domande perchè ce le poniamo nel modo sbagliato. Giusto per fare una citazione leggera, tempo fa un presentatore in tv, in un qualche gioco a premi, disse che la risposta è sempre contenuta nella domanda....aggiungerei, nella domanda ben posta. E' una citazione un po' scherzosa, ma la frase estrapolata dal contesto, mi sembra una piccola perla.
Tornando alle tue belle domande....io mi son chiesta: il giocatore esiste a prescindere dal gioco ed il gioco a prescindere dal giocatore? Io mi sento di rispondere di no, o meglio, visto che siamo nella sezione filosofica, andiamo per gradi poichè la questione è complessa.
Ci sono vari aspetti:
1) gioco e giocatore non esistono l'uno senza l'altro: se non esiste nessuno che gioca, non esiste un gioco e se non esiste un gioco nessuno lo può giocare....a meno che non lo si inventi, ma questa è un'altra questione. Quando il giocatore non gioca, di fatto non è un giocatore, è qualcos'altro, magari uno che sta a casa a dormire, uno che lavora, un padre di famiglia, insomma....senza il gioco, il giocatore non è di fatto tale, al massimo....e anche questo è da considerare, è un giocatore potenziale, ma non un giocatore di fatto.
Il gioco in un certo senso esiste anche finchè nessuno lo gioca, solo che nel mentre qualcuno gioca, il gioco è una realtà, esiste, è concreto, si vede e si agisce il gioco, quando nessuno gioca, anch'esso, come il giocatore che non sta giocando, è una possibilità, è una realtà potenziale, è possibilità di essere, ma non E'.
Si introduce così il concetto di Essere e Poter Essere, il concetto di Esistenza e di Possibilità. Ciò che è, è, ciò che può essere è una possibilità e una possibilità per definizione non è detto che si verifichi. Mi pare una notevole differenza.
Tutto questo ragionamento mi porta a pensare che hai avuto una giusta intuizione, ti è rimasto impresso un giusto concetto (non è mai un caso quando le cose ci rimangono impresse, succede perchè le percepiamo come vere, valide per noi): l'esistenza è una sola, gioco e giocatore sono di fatto un continuum, l'uno senza l'altro sono Possibilità, Potenzialità, non Esistenza, non l'Essere.
Rimanendo nella tua, anzi nella metafora di Sebastiano, si può dire che il gioco è la VIta e noi siamo il giocatore, nell'insieme tutto è Dio, tutto E'.
Il giocatore non è mai un semplice osservatore, il giocatore, noi, rende possibile che il gioco, la Vita, sia. Filosoficamente si potrebbe dire che la VIta (il gioco) senza di noi, ognuno di noi, non esisterebbe: come si potrebbe definire Vita, qualcosa che non è Vissuta da nessuno? Sarebbe solo la Possibilità che ci sia Vita, un concetto (tra l'altro pensato da chi se non c'è nessuno....supponiamo pensato almeno da Dio). E se poi togliamo l'elemento VIta, il gioco, di noi cosa rimane? Se il giocatore non ha un gioco da giocare, è ancora un giocatore? Torno a sottolineare come Tutto è Uno.
Infine ecco l'Uno dunque, il Tutto, quello che noi definiamo Dio; diciamo semplicisticamente Dio si manifesta, Dio di fatto E' (diverso da Può esistere) nel momento in cui la VIta incontra il Vivente (diciamo antropocentricamente: l'Uomo), nel momento cioè in cui gioco e giocatore sono in relazione permettendo l'uno l'esistenza dell'altro. Nel momento in cui noi veramente siamo capaci di incontrare la Vita, di essere presenti nel gioco, mettiamo in pratica anche la famosa frase "dove due o più sono riuniti nel mio nome, lì sono Io" (scusate eventuali errori nella citazione). Dio, Vita, Uomo sono inscindibili l'uno dall'altro, sono Unità, dividerli è una delle tante astrazioni mentali che ci servono per sopravvivere e per comprendere Elevandoci sempre più, ma fermarsi alle suddivisioni e non cogliere l'Unità porta alla separazione dalla nostra vera Essenza. (mi pare che si stia sfiornado il concetto di Trinità)

2)Ragionando mentre scrivo, scopro di sentire, di ritenere per me corretto, pensare che la Vita è sia l'Esistenza, l'Essere, il Presente,l'Equilibrio, l'Ordine sia Possibilità, Potenzialità, Mutamento, Disequilibrio, Caos; sia il gioco giocato dal giocatore, sia la possibilità di una persona di essere giocatore ed agire il gioco. C'è una continua alternanza e compresenza di Essere/Presenza e Non Essere/Mtamento.
Leggevo un libro in cui si sottoliea continuamente come si debba essere Presenti, vivere il Presente, imparare a percepire tutto come Essere, Presenza, l'Adesso, ma aggiungo che non è un pensiero che suggerisce l'immobilità, in quanto ciò che adesso è per noi, la nostra realtà, è contemporaneamente Possibilità di divenire Altro. Si potrebbe dire, che tutto E', ma allo stesso tempo, tutto Diviene.
Anche questo mi sembra un bel pensiero, un pensiero che suggerisce Fiducia e Speranza e che si ricollega a quanto riportato da Fabiana riguardo il Prendere ed il Lasciare, il Comporre e lo Scomporre armonie. Ogni qualvolta che ci sembra di cogliere la Perfezione del tutto, o anche solo di giungere a qualche intuizione illuminante, velocemente tutto sfugge ed è proprio questa dinamica di Prendere e Lasciare in cui appena raggiungiamo un equilibrio, questo si scompone e ci ritroviamo nel caos, ma ogni volta che con consapevolezza ricomponiamo un nuovo equilibrio ci troviamo ad un gradino più su, non siamo mai nel punto di prima.
Alla metafora del giocatore, possiamo aggiungere l'altrettanto nota metafora del fiume.

Bene, spero di non aver complicato il tutto, i pensieri sono fluiti spontanei e grazie al tuo spunto ho avuto l'occasione, ed è già un bel frutto, di riflettere sulla mia visione della Vita. Grazie

aisha

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Messaggio  Fabiana Mer Ago 26, 2009 3:01 am

Ciao Aisha,
ho letto la tua risposta e trovo interessante il paragone che hai fatto col fiume.
Ora immagina che Dio sia l'oceano, dall'oceano l'acqua evaporando forma tantissime nuvole, immagina una nuvola che prende coscienza di se stessa e non vuole più cambiare forma, adesso è convinta di essere separata dall'oceano e dalle altre nuvole. E' possivbile, per una nuvola, non cambiare forma? E' possibile per una nuvola non lasciare andare ? Per quanti sforzi faccia, la nuvola, prima o poi dovrà lasciar andare e tornerà sottoforma di acqua, alla terra, in un fiume, in un rivolo e di conseguenza all'oceano, quindi ad essere Dio (non è esatto dire tornerà ad essere Dio, é più esatto, tornerà alla forma originale di Dio, perché in realtà non ha mai smesso di esserlo). E' questa, secondo me l'illusione dell'uomo, non sa di essere Dio, crede di essere separato, dal resto delle cose.

In questi giorni ho letto un romanzo, una frase che mi ha colpito di questo romanzo è questa frase
"Prendi poche cose per il tuo viaggio e potrai anche cantare in faccia al ladro"Giovenale
Dove secondo me il viaggio é la vita e il ladro é la morte.

Sebastiano ha il grande dono di vedere la verità in qualsiasi modo gli venga "messa davanti agli occhi" e sono felice che divida questo dono con altre persone i suoi articoli sono sempre un immenso regalo. Il suo articolo ha aperto in me altre riflessioni, che non sono ancora del tutto chiare,e non riesco ad esprimere, ma lo rileggerò finchè, non mi sarà chiaro quello che al momento mi sfugge, perché sono convinta che é qualcosa di importante.

Grazie Aisha per avermi ricordato i fiumi.
Fabiana
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Messaggio  aisha Mer Ago 26, 2009 10:23 am

Ciao Fabiana,
bello anche il tuo esempio della nuvola e dell'Oceano. Credo che ognuno trovi riferimenti che gli sono più consoni di altri a percepire quel che in fondo mi sembra che qui tutti stiamo dicendo di comune accordo: Dio non è qualcosa di separato da noi, è quel fiume in cui siamo immersi in forma di gocce d'acqua, è l'Oceano da cui prendono forma le nuvole.
Ed hai profondamente ragione nel dire che l'illusione è quella di essere mai stati separati da quella fonte divina cui tutti apparteniamo.
Rispetto chi questa consapevolezza non ce l'ha, chi pensa che esiste solo ciò che colgono i nostri sensi fisici (la materia), che non c'è un disegno nella Vita, un senso che accomuna, ma vede solo il caos....infondo, ho sempre ritenuto che arrivare a Comprendere sia in parte merito nostro (che ci mettiamo alla ricerca) in parte un dono, una fortuna, una questione di evoluzione personale e di karma. Ma rischio di uscire off topic.

Leggendo la tua risposta mi sembra giusto scrivere due righe che forse dovrei scriverti in un messaggio privato, perchè non sono poi così collegate con il tema proposto, ma magari hanno un senso anche qui. Semmai lo riterrà opportuno sarà Sebastiano a spostare il mio post altrove.
Ad una prima lettura della tua risposta, mi è parso di cogliere nell'ultima parte, il pensiero che io avessi voluto obiettare qualcosa a Sebastiano, che i miei riferimenti alludessero a dei suoi errori interpretativi. A dire il vero leggendo meglio, non mi pare....ma sai com'è il detto "chi tace non piglia mosca".
Molto semplicemente volevo confidarvi che io non ho ancora avuto il tempo di leggere l'articolo di Sebastiano da cui sono nate le domande di massy (spero tanto di poterlo fare oggi). Leggendo tali domande mi sono sorte le riflessioni che poi ho scritto, erano proprio delle belle e stimolanti domande. Credo che una stessa metafora possa suggerire riflessioni da punti di vista diversi, a seconda di dove si concentra la nostra attenzione in un dato momento e questo è un momento della mia vita in cui mi concentro spesso, sul pensiero che Tutto è Uno.

Aisha

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Messaggio  Fabiana Mer Ago 26, 2009 7:07 pm

Non ho pensato che tu volessi obiettare qulcosa a Sebastiano, anzi volevo solo dire come lui con la tua risposta semplicemente rinforzavi le mie convinzioni. Il forum , tu , Sebastiano, una telefonata che non arriva, una lettera che non dovrebbe essere nella mia cassetta, eppure è li . Tutto questo contiuna a ripetermi, che l'universo risponde basta chiedere, e saper vedere le risposte, voi ne siete la prova vivente. Ognuno col suo dono, persino la telefonata che aspetto inutilmente. Era un modo per dirti grazie la tua risposta non era meglio o peggio dell'articolo di Sebastiano, ha semplicemente rafforzato, la mia volglia di contiunare a cercare, e non è poco grazie di cuore.
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Messaggio  Sebastiano Mer Ago 26, 2009 9:10 pm

Ho aspettato alcuni giorni prima di pubblicare qui sul forum quella che è stata la mia risposta alla mail inviatami da MassY; un po' per motivi di tempo e un po' anche perchè ero curioso di vedere le vostre risposte. Voglio ringraziare Fabiana ed Aisha per le bellissime riflessioni.
Ed ecco cosa avevo risposto io a MassY:


Caro Massimiliano,
ti ringrazio per la mail e i complimenti.

Non credere che le risposte alle domande che poni siano semplici. Anzi, in realtà le risposte sarebbero anche semplici, ma è la nostra mente a non esserlo, per cui capisco che qualsiasi risposta sarebbe per me molto difficile da formulare e per te molto facile da fraintendere.

Secondo me, il tuo problema principale, è che continui ad immaginare te stesso, noi e Dio,
come delle entità distinte.
Se dico così, tu giustamente mi chiederai: "Perchè, non è così? Non siamo forse qualcosa di diverso da Dio?". A questo non posso darti io una risposta in termini razionali. Posso solo invitarti a riflettere sul senso di questa immagine:

Ma noi che cosa siamo? Cellula

L'immagine mostra una cellula. Pensa al suo significato...


Wink
Sebastiano
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Messaggio  Fabiana Gio Ago 27, 2009 1:04 am

La tua cellula mi fa pensare ad una riflessione che ho fatto spesso. Questo é un discorso fatto tempo fa con un gruppo di amici.
Immagina di essere Dio, il tuo cuore come ogni altro apparato del corpo sono composti da cellule. Ogni singola cellula contiene l'intero patrimonio genetico che compone il corpo, quindi ogni cellula é Dio non é creata ad immagine e somiglianza, ma é assolutamente uguale eppure completamente diversa. E se come nel macro è nel micro, e in alto come in basso, perché cercare lontano ?
Leggendo il tuo articolo mi sono chiesta che fine fanno il tempo e la morte ? Lo so...('geek'). la risposta é qui
Prima che il gioco cominci, il giocatore ancora inattivo ci mostra cosa significhi la Mente Cosmica chiamata "Dio" dai più: in essa, esteriormente inattiva, si forma prima la potenzialità del gioco, poi il pensiero del gioco, successivamente la volontà del gioco.
Notiamo anche che all’inizio del gioco, il giocatore riceve le sue carte e con esse viene in qualche modo ad identificarsi: le carte diventano la rappresentazione del giocatore nel gioco. Il giocatore non compare nel gioco, ma lo determina. Il gioco, sono le carte. Ma è il giocatore a muoverle, ad osservarle, a comprenderle, a disporle, ad ordinarle, a scartarle o a giocarle. Il gioco, sono le carte. Ma è il giocatore a giocare, il giocatore a vincere o a perdere la mano. In questo sottile gioco di rapporti fra giocatore e carte, sta tutto il mistero del legame fra Dio e creatura, Creatore e creazione.
ma qualcosa mi sfugge. Non é esatto, dire qulcosa mi sfugge; qualcosa sfugge alla mia mente, anche se é chiara per una parte di me, magari prima o poi riuscirò ad esternare questo qualcosa . Ciao
Fabiana
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Messaggio  aisha Gio Ago 27, 2009 10:12 am

Fabiana ha scritto:Non ho pensato che tu volessi obiettare qulcosa a Sebastiano, anzi volevo solo dire come lui con la tua risposta semplicemente rinforzavi le mie convinzioni. Il forum , tu , Sebastiano, una telefonata che non arriva, una lettera che non dovrebbe essere nella mia cassetta, eppure è li . Tutto questo contiuna a ripetermi, che l'universo risponde basta chiedere, e saper vedere le risposte, voi ne siete la prova vivente. Ognuno col suo dono, persino la telefonata che aspetto inutilmente. Era un modo per dirti grazie la tua risposta non era meglio o peggio dell'articolo di Sebastiano, ha semplicemente rafforzato, la mia volglia di contiunare a cercare, e non è poco grazie di cuore.



Laughing Allora perdonami l'errore interpretativo, la prima (veloce) lettura mi ha dato questa sensazione, ma non sempre le nostre prime impressioni sono quelle giuste, nonostante ci sia un detto che sostiene il contrario: "la prima impressione è sempre quella giusta"....
Condivido anche questa volta i tuoi pensieri: l'universo risponde sempre alle nostre domande, magari non sempre come ci aspetteremmo noi, ma con i suoi modi, le sue parole, le sue forme ed il suo senso. Tutte cose che sono per lo più più alte di noi e quindi non sempre accessibili alla nostra comprensione. Non rimane che coltivare la Fiducia che tutto è giusto così com'è, magari non perfetto in quanto perfettibile, ma giusto si.
Aggiungerei anche una grande lezione che mi è stata insegnata: la Vita, l'Universo, non ci porta mai incontro difficoltà, problemi, ostacoli, sofferenze che non siamo in grado di affrontare.
E mi associo infine al tuo Grazie per queste condivisioni che ci sostengono nella Ricerca. Un abbraccio

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Messaggio  aisha Gio Ago 27, 2009 10:21 am

Sebastiano ha scritto:Ho aspettato alcuni giorni prima di pubblicare qui sul forum quella che è stata la mia risposta alla mail inviatami da MassY; un po' per motivi di tempo e un po' anche perchè ero curioso di vedere le vostre risposte. Voglio ringraziare Fabiana ed Aisha per le bellissime riflessioni. .



Rispondo in modo un po' scherzoso: che furbetto! A parte le battute hai fatto una scelta intelligente, il miglior maestro è quello che conduce l'allievo alla risposta senza suggerirgliela in anticipo.

Quanto alla cellula, ti confido, sempre un po' scherzosamente, che mi fa venire giramenti di testa ed un po' di nausea....sarà che è mattina presto ma ci sono troppi pintini e pallini Very Happy
Scusami.....ma come dice sempre un mio amico: l'ironia ci salverà!
Ancora una volta, mettendo da parte le battute, la cellula è, o almeno si è pensato per lungo tempo, la parte più piccola dell'universo, anzi per la precisione la più piccola unità degli essere viventi, perchè poi in realtà esistono anche gli atomi ed altri elementi scoperti più recentemente.
Eppure al suo interno troviamo che essa è composta da altri microorganismi, da altre parti più piccole. Molto probabilmente si può pensare che ognuna di quelle microparti che la compongono sia formata da altre più piccole.
Insomma, ciò che appare Uno dal di fuori (poichè ne vediamo solo la membrana esterna che ne fa un organism o unitario), da uno sguardo diverso, non è Uno, ma insieme. Direi che tutto dipende dalla potenza della lente con cui guardiamo qualcosa. La cellula è sia unitaria, sia insieme di parti, dipende da come la si guarda.

aisha

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Messaggio  Fabiana Ven Ago 28, 2009 2:37 pm

aisha scrive
Allora perdonami l'errore interpretativo, la prima (veloce) lettura mi ha dato questa sensazione, ma non sempre le nostre prime impressioni sono quelle giuste, nonostante ci sia un detto che sostiene il contrario: "la prima impressione è sempre quella giusta"....
Non sottovalutare mai la prima impressione; non era giusta é vero, ma non era sbagliata. Sebastiano é la prima persona, che attraverso un libro, mi ha spinto a continuare una ricerca, a riprendere un percorso che mi sembrava aver abbandonato da tempo. Hai semplicemente percepito la maggior ammirazione verso di lui. Mi pare di capire che per te non sia diverso
Rispondo in modo un po' scherzoso: che furbetto! A parte le battute hai fatto una scelta intelligente, il miglior maestro è quello che conduce l'allievo alla risposta senza suggerirgliela in anticipo.

Sono daccordo Sebastiano é un ottimo maestro.

Hai parlato di atomi e la mente ha iniziato un viaggio in un labirinto di cose incomprensibili per me.
Sai pensavo che non capisco proprio la meccanica quantistica, ma se l'atomo che si pensava la parte più piccola della materia é agli occhi di oggi un gigante per altre particelle esistenti, l'errore é proprio cercare nella materia il nostro essere. Siamo davvero materia ?
Le cellule all'inizio del viaggio della vita non sono specializzate ogni cellula ha la possibilità di diventare ogni cosa (cellule staminali), ulteriore dimostrazione che tutto é UNO. Alla luce di questo, nessuno é maestro nessuno é l'allievo, tutti siamo ambedue le cose in un fluire di scambi.
Ora mi chiedo perché la nostra mente razionale continua a farci pensare che noi (come uomini), siamo diversi da tutto ciò che ci circonda. Perché proprio noi dobbiamo essere separati da tutto il resto, quando ogni segnale dice il contrario ?
Una delle paure più grandi dell'essere umano é la solitudine, quindi prospettare alla mente razionale che in realtà l'umanità, l'universo non sono altro che uno che reazione può scaternare ? La mente razionale non riesce a vedere un uno come moltitudine vede solo solitudine.
Forse sono uscita dal tema non so, mi sono solo permessa di scrivere senza pensare se quanto scrivevo era bene male giusto o sbagliato affrontando la paura del giudizio di chi legge. Ora so aisha che non leggi con lo scopo di giudicare.
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Messaggio  aisha Gio Set 10, 2009 10:16 am

Ciao Fabiana,
rispondo un po' velocemente, perchè credo che ci siamo capite e non c'è molto da aggiungere. Non ho risposto prima perchè sono tornata domenica 6 e non avevo la possibilità di usare il pc.
Non giudicare è una delle cose più difficili, abbiamo tutti un senso di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non potrebbe essere altrimenti perchè senza di esso non potremmo agire nella nostra vita. Anche io ho questo problema, ma mi impegno seriamente ad osservare e non dare un giudizio di valore su ciò che fanno o dicono gli altri....almeno ci provo.
Credo che sia fondamentale riconoscere che ognuno di noi, fa, pensa e dice, ciò che ritiene giusto, anche quando questo "giusto" non coincide con il nostro. Credo sia fondamentale la Fiducia nell'Essere umano, nel fatto che ognuno può comprendere e comprende al meglio delle sue possibilità.
Quando qualcosa per noi è sbagliato, dove per sbagliato è giusto intendere: qualcosa che allontana dal sè, che nuoce agli altri, una visione ristretta....penso sia corretto esprimere il proprio parere, suggerire altre possibili soluzioni, ma mai imporre nulla, mai dire "è così e basta". Si cerca di suggerire, si condivide la propria visione, si offrono nuove e diverse visuali, ma sta ad ognuno la Libertà di accoglierle e di rifletterci.
Non credo sia relativismo questo, solo la consapevolezza che se la meta è una per tutti, le vie per raggiungerla sono davvero infinite.
Mi fermo qui, sono ampiamente off-topic.

Un abbraccio

aisha

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Messaggio  aisha Gio Set 10, 2009 10:31 am

Fabiana ha scritto:
Hai parlato di atomi e la mente ha iniziato un viaggio in un labirinto di cose incomprensibili per me.
Sai pensavo che non capisco proprio la meccanica quantistica, ma se l'atomo che si pensava la parte più piccola della materia é agli occhi di oggi un gigante per altre particelle esistenti, l'errore é proprio cercare nella materia il nostro essere. Siamo davvero materia ?
Le cellule all'inizio del viaggio della vita non sono specializzate ogni cellula ha la possibilità di diventare ogni cosa (cellule staminali), ulteriore dimostrazione che tutto é UNO. Alla luce di questo, nessuno é maestro nessuno é l'allievo, tutti siamo ambedue le cose in un fluire di scambi.
Ora mi chiedo perché la nostra mente razionale continua a farci pensare che noi (come uomini), siamo diversi da tutto ciò che ci circonda. Perché proprio noi dobbiamo essere separati da tutto il resto, quando ogni segnale dice il contrario ?
Una delle paure più grandi dell'essere umano é la solitudine, quindi prospettare alla mente razionale che in realtà l'umanità, l'universo non sono altro che uno che reazione può scaternare ? La mente razionale non riesce a vedere un uno come moltitudine vede solo solitudine.
Forse sono uscita dal tema non so, mi sono solo permessa di scrivere senza pensare se quanto scrivevo era bene male giusto o sbagliato affrontando la paura del giudizio di chi legge..

La mente razionale è un grande inganno, anche se nella nostra epoca ci facciamo tantissimo affidamento, anzi, si può dire tranquillamente che i più si affidano solo a quella.
Forse non è il tuo caso, ma hai mai provato ad ascoltare quanto rumore produce la tua mente dentro di te? Prova ad ascoltare il suo continuo lavorio, la continua produzione dei pensieri più disparati....non c'è mai un attimo di vero silenzio, continui pensieri che fluttuano, che vanno e vengono, siamo sempre impegnati a pensare a qualcosa, per lo più cose inutili o che ci causano ansia, preoccupazioni, stress.
Prova per un attimo a dirti "adesso non penso a niente". Come minimo ti ritroverai a pensare "non devo pensare, non devo pensare", ma anche quello è un pensiero...eheheheh, c'è da uscire pazzi!
Ora....non farti prendere dal "panico" pensando che non riesci a dominare la tua mente, che non riesci a zittirla. Riuscire a farlo è per lo più una cosa davvero ardua. Per tutti.
Basta già che te ne accorgi e che questo ti aiuti a riflettere su quanto spazio lasciamno alla mente razionale nella nostra vita e, di conseguenza, quando poco ne lasciamo al silenzio, alle sensazioni, alle intuizioni.
E la mente, per sua natura, divide per comprendere, perchè per quanto potente sia questo strumento, di fatto è piccolo piccolo e non ha la capacità di comprendere cose grandi come i misteri della vita. La mente razionale, divide per comprendere, così come si classificano le diverse specie di piante (o di qualsiasi altra cosa) per riuscire a fare un po' di chiarezza nell'infinita varietà della natura. E questo va anche bene, di per sè non è sbagliato, solo che la nostra società si è ormai dimenticata che la comprensione non deve fermarsi ai particolari, alle divisioni.
Si dovrebbe dividere e poi riunire il tutto, allargare lo sguardo all'insieme dopo aver compreso il particolare, ma questa seconda parte non siamo più in grado di farla. Oggi è tutto specializzato (basta guardare com'è strutturata l'università, il centro del sapere), ognuno studia un piccolo aspetto dell'insieme e non sa niente di tutto il resto.
Non c'è da stupirsi, se in un mondo dominato dalla scienza, in cui ci si è dimenticati il divino, la mente razionali domini e si percepiscano solo divisioni. Dobbiamo tornare a fidarci di più dei nostri spazi interiori, dell'intuizione.
Mi permetto di consigliare vivamente un libro che avevo già citato e che suggerisce molte vie per sfuggire all'inganno della mente: "Il potere di Adesso" di Tolle

aisha

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